Cos’è la densità dei pixel?

Pixel per pollice, facciamo un pò di chiarezza.

Cos’è la densità dei pixel?

Pixel per pollice, facciamo un pò di chiarezza.

Vi sarà capitato tante volte di guardare una scheda tecnica di un televisore e imbattervi in questa sigla: PPI, e vi sarete chiesti cosa significa. Il PPI non è atro che l’acronimo di Pixel Per Inch, cioè pixel per pollice. Che paroloni, ma in sostanza cosa indica? Iniziamo spiegando cos’è un pixel: Il pixel è l’elemento più piccolo che compone l’immagine, un piccolo diodo elettrico costituito a sua volta da almeno 3 sub-pixel, uno per ogni colore che il pixel può rappresentare; ad esempio nella gamma RGB avremo il rosso, il verde e il blu.

L’insieme dei pixel illuminati con una certa intensità vanno a formare la nostra immagine, con tutte le combinazioni di colori a disposizione. Questi non sono disposti a caso ma ordinati in una matrice, data da righe e colonne. Se moltiplichiamo il numero di righe per le colonne otteniamo la risoluzione dello schermo, e ovviamente, maggiore è il numero di pixel migliore sarà la qualità dell’immagine. La risoluzione non è l’unico parametro in gioco per stabilire la qualità dell’immagine. Perché se al variare delle dimensioni di uno schermo la risoluzione rimane la stessa è evidente che lo spazio tra i vari pixel cambia. Quindi, più lo schermo cresce, inferiore sarà la concentrazione di pixel.

Introduciamo quindi un nuovo parametro chiamato densità pixel, che indica i pixel presenti in ogni pollice del pannello tv. Il parametro è dato dal rapporto tra la risoluzione, quindi la quantità dei pixel presenti, e la dimensione del display, questo viene indicato dalla diagonale in pollici. Il PPI indica proprio la densità; maggiore è la densità migliore sarà il dettaglio dell’immagine.

Dalla densità dell’immagine possiamo ricavare la distanza di visione ottimale. Maggiore è la risoluzione minore può essere la distanza di visione dalla schermo; Minore è la risoluzione maggiore dovrà essere la distanza. Sembra un paradosso ma è proprio così. Grazie ai nuovi modelli Ultra HD e 4K la qualità dell’immagine è tale da permetterci di poter osservare i televisori da distanze minori, anzi, se vogliamo godere a pieno della maggior quantità di pixel e immergerci in un’atmosfera confortevole dobbiamo posizionarci alla giusta distanza.

Questo perché il nostro occhio è un sistema ottico, e come tutti questi sistemi, ha un angolo di risoluzione al di sotto del quale non è in grado di percepire i dettagli di un’immagine. Aumentando la distanza di visione o diminuendo la luminosità dell’ambiente la percezione visiva precipita, immagini e oggetti risultano sfocati. Oggi si può sostare 2 volte più vicini ad un tv UHD 4K rispetto al FULL HD, e la differenza è maggiormente percepita nei tv di grandi dimensioni. Nei televisori con diagonali ridotte i benefici dell’alta risoluzione si perdono perché consentono distanze di visione ridottissime, intorno ai 40 centimetri, che vanno però a discapito dell’angolo di visione e del confort visivo.

Nell’occhio umano la visione periferica è meno dettagliata rispetto al campo centrale: se ci avviciniamo troppo ad un oggetto mettiamo perfettamente a fuoco la porzione centrale ma perdiamo i dettagli periferici che vanno pian piano a sfuocare. Noi per un televisore UHD ( 3840×2160 pixel) proponiamo questo calcolo: dimensione della diagonale x 1,3. Ad esempio in un 55” la diagonale è di 139 cm = 139 x 1,3 = 180,7 cm; per un televisore in bassa definizione diagonale x 2,6. Vi ricordiamo che, ad oggi le immagini trasmesse sono per la stragrande maggioranza in bassa risoluzione, quindi fate molta attenzione alla distanza.

Riassumendo:

Maggiore è la risoluzione minore è la distanza di visione dallo schermo prima che l’immagine abbia un tracollo in pixel. Minore è la risoluzione, maggiore deve essere la distanza affinché i pixel compongano immagini omogenee.